Giorni di sosta, intrisi di ascolto, silenzio e preghiera, quelli che abbiamo vissuto in questa settimana.
Ci stiamo avvicinando alla Pasqua, passando per il Calvario del Venerdì Santo. E anche se non sappiamo cosa dire di fronte al dramma di tante morti che ci coinvolgono, non possiamo fare a meno di fare appello a quella fede che ci è stata donata, a quella fede che in certi momenti diventa magari ribellione nei confronti di un Dio di cui spesso sentiamo il silenzio, di un Dio che non riusciamo a capire, di un Dio che a volte sentiamo lontano, eppure, nella fede, piccola o grande che sia, non ne possiamo fare a meno…
In alcuni incontri attorno al tema della parrocchia viene riaffermato fortemente che, alla luce del Concilio, "soggetto" della pastorale è la Chiesa: sono i battezzati, non solo ed esclusivamente i preti.
Ho letto che in Tibet, sulle alte montagne gli abitanti da secoli recitano preghiere per il cielo; restano per ore a guardare in alto, sempre più in alto. Raccontano che trovano nella volta del cielo una grande serenità.
"Tanta forza in noi stessi, in Dio e in chi ci vuole bene" ... Sono state le "parole sintesi" di Stefano che lunedì sera ha consegnato ai nostri ragazzi nell'incontro settimanale di catechesi.
Mostrarsi grati è più di una forma di educazione, è un modo per superare le barriere e raggiungere una dimensione più emotiva, personale e anche spirituale.