Nell’arco di tre settimane abbiamo celebrato e celebriamo ben tre feste mariane: il 14 settembre a Collepedrino, il 28 settembre alla Beita e questa domenica la Madonna del rosario in parrocchia.
Cammino per strada, alzo lo sguardo e sul terrazzo di una casa una bambina sorridente sventola la bandiera arcobaleno con la scritta “Pace”. Giunge da una finestra la voce di un giornalista che scandisce con preoccupazione le molteplici atrocità dei vari conflitti che si stanno consumando in questo periodo nel mondo, basti pensare all’Ucraina e al Medio Oriente (e a tanti altri di cui nessuno dice niente!), e poi la voce continua enumerando le” vittime “di omofobia e di violenza che si perpetuano costantemente in una società che si definisce moderna. Sono inondata dalla consapevolezza del dolore che le guerre e le discriminazioni in ogni loro forma portano. Percepisco la necessità non solo di udire parole che ispirino pace, ma pure avverto un prorompente desiderio di osteggiare la violenza e le barbarie con parole d’amore e di speranza.
Cari bambini e ragazzi, questo pensiero è rivolto unicamente a voi!
Il tempo è volato, ci siamo lasciati a giugno e veloci, come un batter di ciglia, ci ritroviamo a settembre. Un mese che porta con sé un’aria carica di profumi, di colori, di impegni e per voi si riaprono le porte della scuola e si spalancano le porte della conoscenza.
Settembre non arriva mai in punta di piedi…
Scivola dentro le giornate con una luce diversa, più obliqua, come se il sole stesso sapesse che è tempo di cambiare passo. L’estate, con i suoi silenzi pieni e le ore che si dilatano, lascia dietro di sé una scia di nostalgia: odore di salsedine, pagine sfogliate al vento, promesse fatte al tramonto.
Viviamo in un mondo pieno di guerre, di violenze, di azioni dettate dall’egoismo e dall’egocentrismo. Con difficoltà si accettano le idee o le opinioni che si discostano dai propri parametri e con altrettanta facilità si ricercano motivazioni per allontanare dalla propria cerchia di amicizie le persone che agiscono diversamente dalla cosiddetta “normalità”.