Efeso

Per una chiesa senza Amore

 

Dall'Apocalisse di S. Giovanni Apostolo
All'angelo della Chiesa che è a Efeso scrivi:
Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro: Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua perseveranza, per cui non puoi sopportare i cattivi. Hai messo alla prova quelli che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti di avere abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, convertiti e compi le opere di prima. Se invece non ti convertirai, verrò da te e toglierò il tuo candelabro dal suo posto. Tuttavia hai questo di buono: tu detesti le opere dei nicolaiti, che anch'io detesto. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Al vincitore darò da mangiare dall'albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.

 

 

Efeso

Federico Rocchi
 Tecnica mista su tavola
 Ottobre 2003

 

L’amore dell’origine, fuoco che brucia.
ora contorno e cornice ad una chiesa avvolta dal manto dell’ abitudine.
oro -nel fasto della citta’- da passare nel crogiuolo di “colui che regge le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri”.
efeso “lumen asiae”
ricorda,
convertiti,
ritorna, perche’ sia ancora
amore;
costanza,
fatica,
decisione perche’ sia ancora il primo amore.

il tuo candelabro non sara’ rimosso: splendera’ con l’albero della vita.
in mezzo al giardino

 

 Scheda Ragazzi

 

Efeso

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Notizie storiche

Efeso era celebre in tutto il mondo antico per la massiccia presenza di indovini e per il tempio dedicato ad Artemide. La sua felice posizione ne faceva uno dei massimi centri commerciali dell’epoca, poiché era punto di incontro delle vie marittime dell’Occidente con le vie di terra dell’Oriente.
Durante il I secolo era, per popolazione, la quarta metropoli dell’Impero Romano, con circa 250.000 abitanti. Dal punto di vista architettonico era una città splendida: la via principale, ad esempio, era considerata la più bella di tutto l’Impero ed il teatro poteva contenere fino a 25.000 spettatori.
Il monumento più famoso era il Tempio di Artemide, dedicato non alla vergine dea della caccia dei Greci, ma ad un’omonima dea orientale della fertilità (rappresentata con molti seni). Il tempio dedicato a questa dea era grande poco più di un odierno campo di calcio: ornato da più di cento colonne di 2 metri di diametro e alte 17 metri, era considerato una delle sette meraviglie del mondo. Si può facilmente intuire quindi quale importanza avesse per gli Efesini il culto a questa divinità e la partecipazione alle relative ricorrenze e celebrazioni.
Ivi era presente una comunità giudaica numerosa e ricca. Gli Ebrei godevano di particolari privilegi, fra cui quello di praticare liberamente la loro religione.

 

Esame della situazione

Le sette stelle (1,20: le stelle sono gli angeli, cioè la realtà spirituale) e i sette candelabri (le chiese nella loro realtà terrena, tangibile) sono sotto il potere di Gesù Cristo. Egli infatti è il fondatore (Matteo 16,18) e il capo (Colossesi 1,18) della chiesa. Ogni comunità, quindi, deve ascoltare e obbedire solo a Lui, ma spesso, di fatto, i cristiani se lo dimenticano! Allora devono tendere l’orecchio per poterLo ascoltare e tanto più si sono allontanati, tanto maggiore sarà lo sforzo che dovranno fare per rientrare in sintonia con il Signore. Non è un caso, pertanto, il continuo ripetersi dell’espressione  «Chi ha orecchi...» che viene indirizzata a tutte e sette le chiese (2,7.11.17.29; 3,6.13.22).

Gesù elenca i seguenti aspetti positivi:
• Buone opere
• Fatica ma senza stanchezza (è tipica di chi è allenato e di chi ama il «nome di Cristo»)
• Costanza e sopportazione (Giacomo 1,2-3)
• Intolleranza verso il male e i malvagi
• Provato gli spiriti (1 Giovanni 4,1); ascolto attento e critico di chi si dice profeta
• Odio verso i Nicolaiti

Ma l’avere compiuto queste buone opere per il Signore non è sufficiente, poiché l’unico aspetto negativo degli Efesini è così grave che rischia di compromettere la loro salvezza spirituale («se non ti ravvederai verrò da te e rimuoverò il candelabro dal suo posto»): hanno lasciato il primo amore (Geremia 2,1ss).
Cosa significa questo? Sicuramente non è un problema «dottrinale», poiché la chiesa di Efeso si è dimostrata irremovibile contro i falsi apostoli, respingendo con fermezza ogni tentativo di inserimento di nuove e perverse dottrine al suo interno.
A Efeso si era ormai consolidata una realtà che la faceva effettivamente apparire come una chiesa «sana nella fede». Ma Gesù ce la mostra come se fosse un corpo senza spirito, quello spirito che consiste nelle «opere di prima».
Conoscendo anche la storia di questa comunità possiamo intuire che ora stava venendo meno l’entusiasmo, lo zelo e la freschezza dei primi tempi, di quando il perdono dei peccati era stato appena annunciato, di quando era stata appena conosciuta la «croce» di Cristo (ovvero il significato della sua morte e risurrezione). In quel tempo tutti erano disposti a lottare con grinta pur di predicare e di difendere il messaggio evangelico.
Ma ora questa chiesa stava riposando sugli allori del passato! Chi ha vissuto il cristianesimo con l’intensità summenzionata apparteneva alla prima generazione che ormai stava passando. Il rischio che si corre in ogni cambio generazionale è che i giovani prendano sì le giuste direttive dai più anziani, ma non ne ereditino lo spirito. Una conseguenza di questo atteggiamento poteva essere anche un raffreddamento nei rapporti fraterni che erano sì formalmente mantenuti, ma di fatto mancava un vero rapporto d’amore in Cristo.