Pergamo

Per una chiesa che ha tollerato l'idolatria

 

Dall'Apocalisse di S. Giovanni Apostolo

All'angelo della Chiesa che è a Pergamo scrivi:

Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli. So che abiti dove Satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di Satana. Ma ho da rimproverarti alcune cose: presso di te hai seguaci della dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla prostituzione. Così pure, tu hai di quelli che seguono la dottrina dei nicolaìti.  Convertiti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi lo riceve.

 

 

 

 

Filadelfia

Guglielmo Clivati
 Tempera su legno
 Febbraio 2014

 

Si parte da li’, in basso,
dalla pietruzza bianca promessa,
quasi un ritorno nel grembo,
gestazione di una scelta non facile:
a Pergamo “satana ha il suo trono”.
Come si fa a non lasciarsi afferrare?
E’ qualcosa che si impone:
e’ piu’ di una culla, e’ una voragine
che ingoia la fedelta’ di una comunita’.

Idoli, pregiudizi, chiusure, egoismi...
Paradigma di ogni tempo
nel quale si fatica ad accogliere la luce.
Eppure all’orizzonte gia’ brilla:
termine fisso di ogni ricerca,
traguardo ad ogni tentazione superata,
regalo per ogni uomo che lotta.

“al vincitore daro’ la manna nascosta
e una pietruzza bianca,
sulla quale sta scritto un nome nuovo...”
che sia il mio nome, quello?
Ma anche il nome in cui, solo,
c’e’ salvezza: gesu’ di nazareth.

“tu tieni saldo il mio nome”.


 

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Pergamo

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Notizie storiche

Pergamo era una grande città, capitale della provincia romana dell’Asia dal 133 a.C. Due erano le caratteristiche principali che la distinguevano: la ricchezza culturale e la diffusione di svariati culti pagani.
A proposito di cultura, si pensi che lì c’era una biblioteca con circa duecentomila volumi, paragonabile a quella di Alessandria d’Egitto. La necessità di disporre di notevoli quantità di un supporto su cui scrivere, unita alla poca generosità degli egiziani nell’esportare il papiro, fece sviluppare nel II sec. a.C. una nuova «tecnologia»: si facevano macerare le pelli di pecora, capra o agnello nella calce, e poi si facevano seccare e quindi si procedeva con la levigazione. Il nome attribuito a questa invenzione prende il nome dalla città ed è in uso fino ad oggi: carta pergamena.
Per quanto riguarda i culti più diffusi, troviamo quelli della tradizione ellenistica, quelli imperiali (per cui si costruivano templi dedicati all’imperatore in carica o alla dea Roma) e, in particolare, quello dedicato al dio guaritore Esculapio, il cui simbolo era un serpente (utilizzato tutt’ora come simbolo dell’ordine dei medici).
Il culto a Esculapio era dovuto al fatto che a Pergamo c’era una fonte di acque termali con spiccate proprietà terapeutiche. Questo fece sì che ivi si costruisse un tempio per l’adorazione di questo dio: migliaia di persone venivano così da ogni dove per poter essere «miracolate» e manifestavano la loro gratitudine con offerte alla divinità (ex-voto).


Esame della situazione

Il trono di Satana. Dai dati appena menzionati non è difficile capire perché questa città viene chiamata in questo modo (il trono nell’Apocalisse simboleggia il potere e l’autorità). I cristiani si trovavano quindi ad operare in una città che era il tempio del culto pagano, proprio come lo era Efeso, ma con una novità: qui erano già in atto le persecuzioni, dovute forse al fatto che era molto sentito anche il culto imperiale e il non riconoscere l’imperatore come dio era un reato gravissimo.

Tuttavia rimani fedele... In un contesto sociale difficile i cristiani vengono lodati per non avere ceduto alle pressioni e alle minacce dall’esterno. In questo periodo vivere a Pergamo doveva essere particolarmente pericoloso per un cristiano, visto che Antipa fu messo a morte per essere stato un fedele testimone di Cristo fino alla fine. Il Signore mantiene dunque quanto promesso in Matteo 10,32-33: «Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

La dottrina di Balaam. Il peccato a cui si riferisce qui il Signore è narrato in Numeri 25,1-3 e 31,15-16.
Per quanto riguarda i Nicolaiti si è già detto che erano molto probabilmente degli gnostici che, disprezzando la carne, si davano all’immoralità sessuale.
Il rischio per i cristiani di Pergamo era duplice:
•  cedere alle pressioni e alle minacce esterne e perdere la fede;
•  scendere a compromessi con il mondo (immoralità e idolatria), annacquando il messaggio evangelico.

Combatterò contro di loro... I frutti del ravvedimento richiesto sarebbero stati sicuramente dolorosi (discussioni, confronti, disciplina),ma sarebbe stato peggio per i cristiani attendere il giudizio di Cristo(eresie, lotte, divisioni).

La manna nascosta. La manna fu un preziosissimo cibo per gli Ebrei durante il pellegrinaggio nel deserto. L’apostolo Paolo la chiama «cibo spirituale»(1Corinzi 10,3), perché prefigurazione del vero pane di Cristo e perché a ogni azione materiale di Dio è quasi sempre associato un significato spirituale. Le parole di Gesù in Giovanni 6,30-35 spiegano chiaramente che solo Egli è e può dare il vero nutrimento: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete».
Pergamo poteva vantare ricchezza, cultura e tanta «religiosità», ma solo Cristo è la vera e unica via e solo Lui può dare agli uomini un nutrimento spirituale che dura in eterno. Questo cibo è «nascosto», nel senso che è visibile solo a chi crede fedelmente (è nutrimento e premio nello stesso tempo).

La pietruzza bianca. E’ quella che veniva utilizzata nelle sentenze dei tribunali per dare giudizio di assoluzione. Il colore bianco indica la purezza e nell’Apocalisse si associa sempre a Cristo e ai salvati. Il nome nuovo è un nome di salvezza: è il nome di Cristo.