Il “migliore” tra chi “recita bene” e chi “si sporca le mani”

Il “migliore” tra chi “recita bene” e chi “si sporca le mani”

Nelle nostre parrocchie, siamo soliti evidenziare progetti e percorsi educativi, mostrare il molto che si fa … Anche tra noi a volte c’è un gareggiare per far vedere che si fa e che, magari, si fa di più e di meglio…

Ovunque, non solo nelle parrocchie, c’è sempre qualcuno che se non si sente “riconosciuto” nel suo “essere” e “sentirsi” il migliore degli altri “guai”, vive male! “Darsi da fare” è importante e bello, ma ciò che conta è fare per il bene comune, per il bene degli altri e di una comunità, non per primeggiare o per sentirsi dire “tu sì che sei il migliore” …
A volte “fare” per gareggiare e per sentirsi “il migliore” serpeggia nel nostro agire, anche nella vita di un prete, anche nella mia. Questo necessita di una conversione quotidiana, senza dimenticare che, purtroppo, questo limite lo troviamo anche tra gli apostoli di Gesù e lo leggiamo bene nel vangelo!
Tutto questo per cosa? Per dire che nelle nostre comunità abbiamo (per fortuna!) una “scuola di umiltà” che ci aiuta ogni giorno a calibrare quella mania di primeggiare. È una scuola che imparo molto da chi fa tanto ma non si vede quasi mai: penso alle donne e agli uomini che puliscono le nostre numerose strutture, chiese, oratorio, casa di comunità, a chi ha le mani in pasta per preparare qualcosa di buono, a chi rimane dietro un lavandino per ore e a chi pulisce i bagni che a volte fanno letteralmente “schifo” per l’inciviltà di qualcuno, adulti compresi!
“Chi pulisce” per il bene comune non si vede mai e non è mai citato neanche nei progetti educativi e pastorali più eccellenti; anzi, spesso non è quasi mai riconosciuto, nemmeno dai preti ... “Chi si sporca le mani” mettendo sempre il grembiule per la comunità (non
solo il Giovedì Santo “per recitare bene la parte”), dice (senza dirlo!) chi è veramente il migliore, oltre l’euforia di chi presume di sentirsi tale …
Grazie a chi non si sente migliore, ma si sporca le mani!

d. Angelo

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