Dachau - oltre gli orrori… una speranza “possibile” che “non delude”

Dachau - oltre gli orrori… una speranza “possibile” che “non delude”

Quando venerdì mattina, sul presto, siamo arrivati a Dachau, faceva freddo e c’era la nebbia… Arrivati all’ingresso di quel campo degli orrori non c’era ancora nessuno… Solo freddo, nebbia e silenzio che avvolgevano nella desolazione la memoria di quella storia drammatica …

E mentre la guida ci ha raggiunto e ha iniziato non solo a raccontare quanto è accaduto, ma a dire il significato di una storia senza ragione, priva di senso, la pesantezza di quella visita si è ulteriormente accentuata, perché cominciavamo a intuire che Dachau non è terminato nel lontano 29 aprile del 1945, ma è continuato e continua anche nel 2024 e purtroppo e probabilmente anche con l’arrivo del nuovo anno …
Questo è stato il clima che ha accompagnato i 66 adolescenti e giovani nel campo invernale a Innsbruck, Monaco e Dachau. Quest’anno abbiamo voluto mettere qualcosa di più della semplice e divertente gita natalizia, portandoli in quel campo degli orrori per ripensare a una storia non troppo lontana e per interrogarci sul senso e sul valore della vita. Se la storia ci consegna queste brutalità, che senso ha il vivere? Che cosa conta nella vita? Perché io vivo? Sono queste le domande che hanno accompagnato non solo la visita al campo di Dachau ma anche questi giorni. E i ragazzi non si sono tirati indietro, anzi ci hanno messo del loro …
Nonostante la preoccupazione per il numero elevato dei partecipanti con le responsabilità che ne seguono, ci avesse un po’ allertato, i ragazzi non ci hanno smentito! Si sono dati da fare, hanno partecipato bene, con interesse e coinvolgimento; hanno seguito le proposte senza solleciti e rimproveri, come anche il momento di preghiera seguito nel monastero delle Carmelitane, all’interno de campo di concentramento, ricordando anche un sacerdote di Bergamo morto in quell’orrore, don Antonio Seghezzi, che tra l’altro è stato curato ad Almenno S. Bartolomeo.
Semplicemente ma di cuore ringraziamo il Signore per il dono di questa esperienza! Ci ha dato tanto e ci ha fatto pensare molto. Ci auguriamo che anche queste opportunità possano gettare quel seme che fa germogliare un cammino aperto alla speranza; quella speranza “possibile” che “non delude”, come il Papa ci propone per il Giubileo.
Speranza che sopravvive al freddo, alla nebbia e al silenzio di quel venerdì… e dei nostri giorni …

Gli animatori con il don

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