La Visitazione.

Olio su tela, 285 x 190 cm, Giacomo Dolfino 1642

Restauro 2010

 

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Il dipinto, smontato dalla cornice lignea, è stato trasportato in laboratorio e il retro pulito tramite aspirazione, rimuovendo anche i depositi di polvere che si formano tra tela e telaio.
Il telaio è stato anch’esso pulito dalla polvere e da altri depositi incoerenti con una soluzione di Neodesogen e trattato con Permetrina, anche se non presentava attacchi xilofagi in corso, in via preventiva.
La superficie del dipinto è stata indagata attraverso indagini fotografiche multi-spettrali con fini sia analitici, sia documentativi.
Sono stati rilevati i valori di Ph di superficie, sia sul fronte, sia sul retro della tela. In base alla lettura del valore di Ph della superficie dipinta, sono stati rimossi la polvere e lo sporco incoerente con una soluzione di acqua demineralizzata e TEA, così da ottenere, oltre alla rimozione dello sporco superficiale incoerente, anche un giusto grado di acidità, funzionale alla successiva fase di pulitura.
Come osservato nello Stato di conservazione, il dipinto era foderato e la fodera non presentava particolari difetti di adesione o problemi conservativi, quindi è stata mantenuta e il dipinto non è stato svincolato dal suo telaio.
La pulitura della superficie pittorica è stata condotta per gradi. Dall’analisi dello stato di conservazione, infatti, si evidenziava la presenza di uno strato di vernice molto ossidato, disomogeneo nella stesura e ritocchi pittorici anche molto estesi. Dopo aver analizzato il film di vernice tramite l’analisi fotografica in fluorescenza ultravioletta e averla identificata come una stesura di resina naturale, è stato messo appunto un Solvent-Gel di Metilpirolidone, rimosso con una miscela di 4:1 di Acetone e Ligroina.
Le microlacune con tela a vista sono state stuccate con un’amalgama di colla di pelli e solfato di calcio, avendo cura di lavorare le stuccature con un pattern il più possibile simile a quello della superficie pittorica originale, così da ottenere, a ritocco ultimato, un livello di Gloss uguale tra la superficie originale e la lacuna integrata.
Il ritocco pittorico sarà realizzato con colori ad acquarello e successiva velatura di colore con pigmenti dispersi in balsamo del Canada.
La verniciatura finale sarà realizzata con resina chetonica a basso peso molecolare.

 

Tecniche esecutive
Il dipinto, un olio su tela di misure circa 285 x 190 cm, è collocato al centro dell’abside nella chiesa intitolata alla Visitazione in località Brocchione, parrocchia di Palazzago in provincia di Bergamo.
L’opera è autografa di Giacomo Dolfino che la realizzò nel 1642, come si legge nel cartiglio in basso a destra Jacobus Dolpfus caprinensis pingebat MDCVIIIL.   
È descritta nei Pittori Bergamaschi, Il seicento vol. II, pag. 315 come opera tra le prime note di questo pittore, che è inserito nel gruppo dei salmeggeschi.
Il dipinto rappresenta la Visitazione con le due donne che si incontrano al centro della composizione, ai lati le figure di Gioacchino e Giuseppe; sullo sfondo un albero e un edificio ritagliano lo spazio di un orizzonte che sfuma lontano in un paesaggio dai toni morbidi.
Le stesure pittoriche, presenti su tutta la superficie, sono di poco spessore con una preparazione di colore scura tendente al bruno rossastro. Il supporto originale è un tessuto con armatura diagonale di alta densità, composto di tre teli di tessuto cuciti orizzontalmente.

 

Stato di conservazione
Il dipinto è collocato subito dietro l’altare centrale sulla parete in centro all’abside, contigua con l’esterno.
Non si rilevano dati microclimatici che possano influire negativamente sulla conservazione del dipinto.
L’opera, di forma rettangolare, è inserita in un vano in muratura, contornata da una cornice in stucco bianco. Una cornice, modanata in legno con finitura a oro su bolo rosso con funzione di chiusura lungo i margini perimetrali, circonda il dipinto.
L’opera è montata su un telaio ligneo non originale in buone condizioni conservative e idoneo a svolgere la sua funzione di sostegno; si evidenziano solo tracce di impressione dei regoli perimetrali sulla superficie dipinta. L’ancoraggio peri-metrale è completo e il tensionamento generale della tela è accettabile.
Il dipinto è fornito di supporto ausiliario con foderatura a colla pasta. Il supporto tessile originale è ad armatura diagonale ad alta densità con preparazione di colore bruno-rossiccia scura piuttosto sottile; sono evidenti le giunture dei teli del supporto tessile originale che individuano tre teli distinti.
  Il dipinto si presenta nell’insieme ricoperto da una vernice molto disomogenea, di spessore variabile, come osservabile in fluorescenza UV, molto fotossidata e opacizzata, che altera la policromia originale. La superficie è costellata inoltre da numerose ridipinture spesse, debordanti e diffuse microcadute relative agli strati pittorici, pellicola e preparazione, con tela a vista. A un’analisi minuziosa queste cadute non mostrano interessare la pellicola pittorica originale, che si presenta, invece, ben adesa al supporto, ma solo stuccature troppo spesse localizzate soprattutto in prossimità delle cuciture tra i tre teli originali.
 Il cretto è disuniforme e si presenta più accentuato in alcune campiture e meno in altre, probabilmente causato dall’eccessivo apporto di umidità durante il passato intervento di foderatura.

San Gioaccino e Sant'Anna  al cospetto di Dio Padre

e della Madonna Immacolata.

Olio su tela, ambito bergamasco 1700-1749

Restauro 2009

 

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Loro, sulla terra, con lo sguardo contemplante verso il cielo.
Il Padre, con lo sguardo e la tensione verso la terra.
Dalla sua mano alzata sembra partire il  movimento -la vita- racchiuso al termine nel cuore di un uomo: Gioacchino.
A metà strada, la donna che tutti venerano Madonna, a congiungere cielo e terra: in lei prenderà vita l’autore della vita.
Maria, concepita senza peccato per essere casa per colui che si farà in tutto simile all’uomo, tranne il peccato.
L’avversario, ridotto ad un balocco per bambini, se ne sta sotto, ma la luna sotto i piedi di Maria sembra lama che non lascerà scampo:
in lei, almeno in lei, il nemico non avrà vittoria.
Questa donna-bambina è la gioia di Gioacchino ed Anna.
Questa donna-bambina è la gioia di tutta la terra.
E del cielo, a guardare gli angeli accorsi, silenziosi testimoni dal battito d’ala simile a quello della colomba- lo Spirito- che esattamente al centro copre tutto con la sua ombra.
Lo Spirito, come il vento, senti da dove viene e dove va.
Ma non lo vedi.
Anche qui la colomba –forse per un intervento maldestro dei secoli- non si vede. Sembra sfuggire, tagliata dalla cornice.
O, magari, così ci ricorda che non si può imbrigliare lo Spirito!
Intanto, le mani del papà e della mamma, parlano:
mani che s’allargano, incapaci a contenere il dono traboccante;
mani che offrono, impossibilitate a trattenere per sé ciò che è destinato al mondo intero;
mani che pregano col cuore, perché solo lì si capisce il mistero.

 

La donna dell'Apocalisse - Maria Immacolata.

Olio su tela, ambito bergamasco 1650-1699

Restauro 2009

 

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Tutto il cielo s’è messo in movimento:
angeli e putti, pur già abituati all’immenso, stupiscono davanti alla donna coronata di dodici stelle, con la luna sotto i suoi piedi.
Lei, terra di cielo e vela riempita dallo Spirito nel mare della storia, si sta alzando dal globo.
Tanta dolcezza nel volto, sembra contraddire la forza con cui il suo piede schiaccia la testa al serpente antico, che ancora stringe il frutto dell’albero, mai colto una volta soltanto.
E la danza arriva fino al Padre –o forse parte proprio da lì?- benignamente affacciato dall’alto, con una mano a reggere lo scettro –ma di un potere che si misura nella misericordia- e con l’altra a guidare la storia.
La stessa mano, anche, benignamente s’avvicina alla colomba che, con un raggio, si sta catapultando sul capo di Maria: giunge la pienezza dei tempi. E allora questo raggio diventa soffio, cascata, profumo, strada…E’ Spirito.
Maria, concepita senza ombra di peccato, concepisce ora il Figlio nell’ombra dello Spirito.
E sarà giorno: splendido di luce e di grazia.
Sarà danza.

 

 

Adorazione dei Magi.

Olio su tela, ambito bergamasco 1700-1749

Restauro 2009

 

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E’ una festa di panneggi e di colori l’arrivo dei magi nel luogo dove si trovano Maria e il Bambino:
una casa, guardando le pareti;
una stalla, guardando le travi di legno;
un tempio, guardando le colonne che inquadrano l’evento, perché siamo di fronte al “nuovo” che fa crollare la sapienza pagana.
Le mani di Maria donano all’umanità il Figlio da lei generato nello Spirito Santo;
lo cullano, nel gesto tipico della mamma che protegge il frutto del grembo;
e lo offrono, nel gesto tipico di chi non tiene gelosamente per sé un regalo che è per il mondo intero.
Anche il cielo, con gli Angeli in festa, non può che partecipare a questo evento, perché Dio ha fatto casa tra gli uomini.
Al centro, proprio l’incontro tra le mani del saggio che offrono e il Bambino che, con gli stessi colori, diventa il vero dono per gli uomini.
 
Uomini venuti da lontano, i Magi, perché ogni uomo è sempre lontano; uomini capaci di buttarsi a terra, perché ogni uomo è capace di Dio; uomini che lasciano doni -oro, incenso e mirra- perché hanno accolto il tesoro, Gesù.
Quasi nascosto, in ombra, Giuseppe, abituato al silenzio che non è assenza ma luogo dei sogni e della Parola.
Gli altri segni, quelli del potere e della gloria sono a terra: un Bambino, che sembra anche sorridere, disarma re e potenti:
”ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”.

 

 

2009: la Visione della Madonna di Gioacchino e Anna, la Visita dei Magi e la Madonna dell’Apocalisse

 

Studio di Restauro Marcuccio Marziali di Bergamo ha appena concluso il restauro, durato quattro mesi, di tre dei quattro dipinti presenti nella chiesa del Brocchione.
I tre dipinti rappresentano tre diversi soggetti mariani: la Visione della Madonna di Gioacchino e Anna, la Visita dei Magi e la Madonna dell’Apocalisse.

Osservando i soggetti rappresentati sui tre dipinti, questi furono probabilmente realizzati a metà del XVII secolo appositamente per la chiesa della Visitazione della parrocchia di Palazzago da artisti locali.
Sfortunatamente i dipinti hanno patito il passare del tempo e, per rimediare ai danni che avevano subìto, nel corso degli anni sono stati notevolmente rimaneggiati da pittori e restauratori improvvisati, che sono intervenuti in modo inappropriato, compromettendo l’aspetto originale dei dipinti.
Tutte e tre le opere, infatti, erano offuscate nei loro colori e composizioni originali da spesse ridipinture e stesure di colore che avevano completamente compromesso la bellezza originale dei dipinti.
La tela raffigurante la Madonna dell’Apocalisse, in particolare, era stata letteral-mente trasformata e ridotta rispetto alle sue dimensioni originali. La tela, infatti, era stata rigirata sul retro di un telaio 20 cm più piccolo rispetto a quello che il pittore aveva utilizzato per tensionare la tela, creando con questa operazione, oltretutto, notevoli danni alla superficie pittorica del dipinto nei punti in cui questo era stato ripiegato.
Il dipinto della Madonna dell’Apocalisse è ora stato rimontato su un nuovo telaio, realizzato dai restauratori su misura per questo dipinto, dalle dimensioni adeguate e riportato alle sue dimensioni originali.
Per ripristinare l’aspetto originale dei tre dipinti e recuperare la loro prima bellezza è stato necessario pianificare una complessa fase di pulitura e di rimozione delle ridipinture oleose stese impropriamente sulla superficie pittorica delle opere. Per la rimozione delle vernici e degli oli sono stati approntati diversi test per verificare la solubilità e le proprietà dei materiali da sciogliere, affiancati da un continuo monitoraggio realizzato attraverso particolari indagini fotografiche e al microscopio ottico.
Dopo l’operazione di pulitura, durata circa 90 giorni, e la riscoperta delle stesure pittoriche originali, le mancanze della superficie dei dipinti sono state stuccate e ritoccate.
L’integrazione pittorica è avvenuta solo localmente, senza nascondere nuovamente la superficie originale del dipinto. Le porzioni interessate da questa operazioni sono state ritoccate con una particolare tecnica pittorica, che permette, attraverso la realizzazione di piccolissimi tratteggi di colori diversi, di mantenere sempre riconoscibili nel tempo le zone ritoccate, ma, allo stesso tempo, di ingannare l’occhio a distanza simulando esattamente il colore circostante alla lacuna.

 

2010: la Visitazione

 

Il dipinto, smontato dalla cornice lignea, è stato trasportato in laboratorio e il retro pulito tramite aspirazione, rimuovendo anche i depositi di polvere che si formano tra tela e telaio.
Il telaio è stato anch’esso pulito dalla polvere e da altri depositi incoerenti con una soluzione di Neodesogen e trattato con Permetrina, anche se non presentava attacchi xilofagi in corso, in via preventiva.
La superficie del dipinto è stata indagata attraverso indagini fotografiche multi-spettrali con fini sia analitici, sia documentativi.
Sono stati rilevati i valori di Ph di superficie, sia sul fronte, sia sul retro della tela. In base alla lettura del valore di Ph della superficie dipinta, sono stati rimossi la polvere e lo sporco incoerente con una soluzione di acqua demineralizzata e TEA, così da ottenere, oltre alla rimozione dello sporco superficiale incoerente, anche un giusto grado di acidità, funzionale alla successiva fase di pulitura.
Come osservato nello Stato di conservazione, il dipinto era foderato e la fodera non presentava particolari difetti di adesione o problemi conservativi, quindi è stata mantenuta e il dipinto non è stato svincolato dal suo telaio.
La pulitura della superficie pittorica è stata condotta per gradi. Dall’analisi dello stato di conservazione, infatti, si evidenziava la presenza di uno strato di vernice molto ossidato, disomogeneo nella stesura e ritocchi pittorici anche molto estesi. Dopo aver analizzato il film di vernice tramite l’analisi fotografica in fluorescenza ultravioletta e averla identificata come una stesura di resina naturale, è stato messo appunto un Solvent-Gel di Metilpirolidone, rimosso con una miscela di 4:1 di Acetone e Ligroina.
Le microlacune con tela a vista sono state stuccate con un’amalgama di colla di pelli e solfato di calcio, avendo cura di lavorare le stuccature con un pattern il più possibile simile a quello della superficie pittorica originale, così da ottenere, a ritocco ultimato, un livello di Gloss uguale tra la superficie originale e la lacuna integrata.
Il ritocco pittorico sarà realizzato con colori ad acquarello e successiva velatura di colore con pigmenti dispersi in balsamo del Canada.
La verniciatura finale sarà realizzata con resina chetonica a basso peso molecolare.